Mobbing , Straining, Burn-out e Stress da lavoro correlato, termini differenti per indicare un insieme di problematiche legate a stress e conflittualità organizzative.
Per Mobbing si intende “Una situazione lavorativa di conflittualità sistematica, persistente ed in costante progresso, in cui una (o più persone) vengono fatte oggetto di azioni ad alto contenuto persecutorio da parte di uno o più aggressori in posizione superiore, inferiore o di parità, con lo scopo di causare alla vittima danni di vario tipo e gravità. Il mobbizzato si trova nell’impossibilità di reagire adeguatamente a tali attacchi e a lungo andare accusa disturbi psicosomatici, relazionali e dell’umore che possono portare anche a invalidità psicofisica permanente’. (H. Ege, La valutazione peritale del Danno da Mobbing, Giuffré Milano 2002).
Lo Straining, invece, è un fenomeno differente per ciò che concerne la frequenza delle azioni vessatorie. Si tratta di meno azioni al livello numerico, le quali però hanno ripercussioni nel lungo arco temporale, ad es. un trasferimento ingiustificato, oppure l’inattività forzata protratta.
Con il termine Burn-out intendiamo una sindrome da stress legata a particolari professioni come quelle di aiuto (medici, psicologi, infermieri, terapeuti etc.) , di insegnamento (la categoria degli insegnanti risulta infatti particolarmente vulnerabile al fenomeno, cfr. Studio Getsemani). Tale condizione si caratterizza per affaticamento cronico, apatia, frustrazione, distacco relazionale.
Per Stress da lavoro correlato si intende una reazione (stress) del soggetto a richieste dell’ambiente di lavoro che possono essere eccessive oppure di difficile gestione per il lavoratore. In alcuni casi lo stress può spingere il soggetto all’azione (eustress), in tutti quei casi in cui invece genera disagio e condizioni negative parliamo di distress.
FONTE Distribuzione dei conflitti occupazionali in Italia secondo i dati di PRIMA (H. Ege Oltre il Mobbing. Straining, Stalking e altre forme di conflittualità sul posto di lavoro, 2005)
E’ opportuna quindi una specifica valutazione, all’interno dei luoghi di lavoro attraverso indagini adeguate condotte da psicologi , per misurare il livello di stress indotto nel lavoratore dal contesto e dalle mansioni di lavoro in genere.
Superata una certa soglia di attenzione, infatti, lo stress può avere ripercussioni a vari livelli.
Utilizziamo il termine “patologie dell’organizzazione” per descivere dinamiche disfunzionali relative al contesto, le quali possono degenerare in Mobbing ma non necessarimente. In ogni caso non si tratta certamente di problemi relativi a individui singolì bensì di reazioni, anche di livello patologico, indotte nei lavoratori da profonde problematiche di contesto e organizzative.
Nel caso del Mobbing, dobbiamo considerare questa condizione come devastante.
Il mobizzato subisce l’attacco del gruppo nel suo complesso in una dinamica di espulsione (mobbing orizzontale e verticale) in cui la vittima tende ad essere marginalizzata progressivamente fino al licenziamento.
“Il soggetto mobbizzato viene letteralmente accerchiato e aggredito intenzionalmente dai mobber che mettono in atto strategie comportamentali volte alla sua distruzione psicologica, sociale e professionale” (Leymann H., Mobbing at work and the development of post-traumatic stress disorders, «European Journal of Work and Organizational Psychology», 5, 1996 ).
Il Mobbing è una forma di persecuzione psicologica sul posto di lavoro, costituita da un complesso di azioni vessatorie sistematiche, con una frequenza generale di almeno 1 volta alla settimana, protratte per un arco temporale di almeno 6 mesi, anche se non è possibile accettare un limite minimo di durata del fenomeno ed è opportuno tenere conto di fattori come l’intensità degli attacchi verso il mobbizzato e il dislivello rispetto al mobber . Secondo Ege (1997) si osserva un andamento in fasi successive tipico di un fenomeno in continua evoluzione come il Mobbing :
La vittima, da parte sua, necessita di tempo per giungere alla presa di coscienza del fatto che esiste una vera e propria aggressione nei suoi confronti.
Se inizialmente cerca di difendersi successivamente si rende conto di essere impotente e smette di reagire, aspetto che segnala un profondo depauperamento affettivo.
E’ il diritto alla Salute del lavoratore ad essere violato nei casi di Mobbing (o Straining) in cui si ravvisa un nesso eziologico tra le vessazioni e una sopravvenuta patologia psicologica.
Gli effetti del Mobbing sono estremamente gravi sulla salute psicofisica dei lavoratori e possono portare ad una invalidità permanente.
Si parla di patologie specifiche del Mobbing ove la categoria più frequentemente riscontrata è quella dei Disturbi d’Ansia.
Il Disturbo di Panico (DSM5) è la sindrome che colpisce più frequentemente persone che hanno subito questo tipo di violenza psicologica . Si tratta di una condizione invalidante che determina episodi di panico improvvisi, i quali comportano una drastica riduzione dell’autonomia e del range di azione del soggetto.
Il malessere è così profondo da gettare la persona in uno stato di disperazione.
La richiesta di aiuto, verso un familiare, un amico, un professionista; è il primo fondamentale passaggio per porre fine alle violenze.
Un adeguato supporto psicologico sarà necessario alla vittima per aiutarla nel processo di elaborazione e ri-adattamento alla mutata condizione lavorativa e personale. Il ricorso ai farmaci ansiolitici e antidepressivi può essere utile per un limitato periodo di tempo, nell’ambito di un progetto terapeutico globale e individualizzato.
Da un punto di vista psico-forense, il Mobbing , al pari di altre condizioni capaci di arrecare nocumento, è risarcibile una volta accertato e quantificato tramite una perizia (stragiudiziale o giudiziale) di Danno da Mobbing.